“Ricordo di Fulvio Stinchelli„

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La vita è fatta di incontri. Gli incontri ti segnano, nel bene e nel male. Il nostro incontro è nato grazie alla passione in comune per i sigari cubani.

Eri cliente fisso de La Casa del Habano di Roma, io vendevo sigari. Venivi quasi tutti i giorni, intorno alle quattro del pomeriggio, a fumare un habano.

 I tuoi preferiti erano i grandi classici, doble corona, julieta n.2, piramide, se avevi tempo. Altrimenti ti limitavi a dei robusto o corona gorda.

La prima cosa che mi chiedevi quando arrivavi era cosa avevo di buono da offrirti ed io sempre rispondevo, quanto tempo avevi a disposizione.

Di solito ne avevi di tempo e ti proponevo un Lusitania o un Doble Corona di Hoyo de Monterrey, senza dimenticare un Sir Winston di H.Upmann.

Quando poi arrivavano nuovi formati, tu volevi sempre provarli ma a fine fumata mi dicevi che i grandi classici rimanevano i tuoi preferiti. Imbattibili!

Una volta che accendevi il tuo sigaro ed io il mio, iniziavamo a parlare del mondo che ci circondava. Poi mi raccontavi qualche aneddoto della tua vita meravigliosa vissuta in maniera egregia. Ed io li come un bimbo al quale stanno raccontando una fiaba, ascoltavo rapito le tue parole. Sapendo benissimo che non era una favola. Ma vita reale. Vita vissuta.

Che bello eri. Arrivavi nei tuoi vestiti eleganti azzardando abbinamenti di colori che solo tu potevi permetterti . Sempre con un copricapo.

Il mio preferito era quando iniziava la stagione primaverile e ti presentavi con il Panama.  Che piacere provavo quando entravi nella stanza. Il locale, già bello e raffinato di suo, con te diventava una reggia.

Eri un gran signore.  Ma quante fumate abbiamo condiviso. Ricordi, quando mi rivolgevo a te ti davo sempre del Lei. Era la mia forma di rispetto nei tuoi confronti. Un rispetto che spero io sia riuscito a trasmetterti. Un rispetto che non ho mai smesso di avere. Per me eri uno dei grandi conoscitori di sigari cubani e come tutti i grandi personaggi, non ti atteggiavi. Li fumavi e li sapevi fumare ed apprezzare.

Solo ora che te ne sei andato mi permetto di darti del tu. Perché ora non siamo due persone che parlano, ma due anime. E le anime non si danno del Lei.

Negli ultimi anni mi sono capitate cose spiacevoli. Un tunnel lungo cinque anni. Cambiando lavoro ti ho perso. Ho perso la tua preziosa compagnia.

Solo da pochi giorni sono riuscito a trovare una serenità che sembrava scomparsa. Azzarderei a dire, felicità. Ho incontrato una persona di cui sicuramente ti avrei parlato se ti avessi incontrato.

 Ero uscito stamane per il mio solito caffè, piacere a cui rinuncio raramente. Quando mi sono accomodato al tavolino. Apro il giornale e apprendo della tua scomparsa.

Non sai che male. Mille pensieri si sono accavallati nella mia mente. Il primo è stato che non potevi essertene andato cosi, senza un’ultima fumata insieme. E’ vero. Erano cinque anni che non ci vedevamo ma tu nel mio mondo fumoso c’eri sempre.

C’eri nei miei viaggi a l’Avana, città che amo e che amavi quanto me. C’eri nei saloni dell’hotel Nacional. Mi ricordavo le storie habanere che mi raccontavi magistralmente.

Ti piango Professore, ti piango con tutto il cuore. Credevo che un giorno ti avrei incontrato di nuovo, col tuo bel Panama e un sigaro stretto nella  mano.

Sono stato fortunato a conoscerti. Eri una fonte di storia e di racconti inesauribile.

Mi hai insegnato molto. Tutte le volte che parlo di sigari cubani, ricordo i tuoi insegnamenti e le nostre discussioni. Mi hai trasmesso la passione per i moduli classici.

Ora che te ne sei andato, sono sicuro che ci incontreremo in un salotto elegantemente arredato all’inglese, dove tu indosserai il tuo Panama, mi sorriderai anche con gli occhi, tenendo in mano un Lusitania o un Doble Corona di Hoyo de Monterrey. Ne sono sicuro e sai perché? Perché in Paradiso avremo tanto tempo per le nostre lunghe fumate.

Ciao Professore, vai sereno e fuma in pace. E sempre Forza Roma.

-Massimo Busciolano-

  1. Gen 6, 2015 6:21 pm

    Gentile Massimo,
    Grazie per il suo ricordo che abbiamo trovato per caso pellegrinando nella rete, nei giorni successivi alla scomparsa di nostro padre Fulvio Stinchelli, forse proprio alla ricerca di testimonianze profonde ed evocative, come la sua . Le sue parole inducono un sentimento anche in chi non ha conosciuto ” il Professore”. Per noi che abbiamo avuto la fortuna di nutrirci ogni giorno della sua cultura mai libresca e sempre originale, leggere questo ricordo è stato infinitamente commovente.

    • Gen 6, 2015 8:26 pm

      @Carla Pilolli , Enrico, Ippolita, Corinna e Jacopa Stinchelli

      Quando ho letto la triste notizia su Il Messaggero non ho saputo trattenere le lacrime. Ero molto attaccato al Professore. Grazie a voi tutti.

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