“ Ritratto habanero „

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Giugno 2012. Insieme a degli  amici  dell’Elite Rome Cigar Club decidemmo di andare a l’Avana per visitare i luoghi cult legati al mondo dell’habano.

Dopo aver fatto loro da chioccia per i primi giorni, per alcuni di loro infatti era il primo viaggio a Cuba,  presi un giorno di “ferie”. Decisi cosi di recarmi all’Avana Vieja, il quartiere antico della Parigi dei Caraibi, cosi veniva chiamata ai tempi di Batista.

Un passeggiata in una bella giornata di sole che, con i suoi raggi, enfatizzava i colori delle case habanere. Dopo molti anni che mi recavo a Cuba, ancora riuscivo a trovare qualcosa che mi stupisse ed attirasse la mia attenzione.

Col naso all’insù guardavo i palazzi. Passavo da uno completamente ristrutturato e verniciato di colori pastello ad un altro che stava sul punto di crollare. Soltanto a l’Avana questi due contrasti potevano coesistere senza suscitare stupore.

Camminando mi ritrovai a la Plaza Vieja. Si era fatta l’ora di pranzo. Andai deciso alla famosa birreria posta all’angolo della piazza . Avevo voglia di spiedini di pollo!

Mi sedetti ed ordinai. Naturalmente misi in preventivo una certa attesa…d’altronde ero a Cuba, dove il tempo passa lentamente e non si conosce la fretta.

Mangiai di gusto e pagai. Volevo andare al Conde de Villanueva a fumare un puro de La Casa del Habano. Già pregustavo la fumata, seduto su una sedia a dondolo.

Mentre imboccavo Calle Mercaderes una ragazza si avvicinò. Facendo finta che non esistesse, per demoralizzarla dal vendermi qualsiasi cosa, camminavo guardando fisso davanti a me. Lei cominciò a farmi delle domande diverse dal solito. E mi fregò.

Risposi alle cortesi domande continuando a camminare. Poi mi accorsi che mentre camminavamo, lei stava disegnando il ritratto del sottoscritto.

La guardai. La grazia che aveva nel pormi le domande la ritrovai sul suo volto. In quel momento pensai a quanto sono prevenuto nei confronti dei venditori ambulanti. Colpa mia o colpa loro che cercano di venderti di tutto, non lo so.

 

Arrivammo davanti all’entrata dell’hotel Conde de Villanueva.
ritratto habanero
Lei mi diede il ritratto, io cinque CUC.

Tenendo stretto nella mano il ritratto appena acquistato, salii le scale che portavano a La Casa del Habano per scegliere un sigaro da fumare. Ne scelsi uno grande da uno dei lockers destinati ad ospitare i sigari. Un petit cimarron di cepo 60.

Avevo  il pomeriggio libero. Pagai il mio sigaro al Chino, personaggio caratteristico di quella tienda e scesi al patio, non prima di aver bevuto un caffè forte servito nella tazzina nera con il logo di una famosa marca.

Trovai libera una sedia a dondolo in legno scuro. Mi sedetti. Tagliai il sigaro, lo accesi. Due profonde boccate per farlo partire bene e…Guantanamera, Guajira, Guantanamera…conde de villanueva

Girai la testa e vidi, in fondo al corridoio del patio, un cantante e un suonatore di chitarra che la stavano cantando. Sorrisi loro e mi aggiunsi al coro, senza trascurare il sigaro ovviamente. Zucchero era ancora lontano.

– Massimo Busciolano –

  1. Mar 17, 2013 4:14 pm

    Bel racconto
    Grande massimo!

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