“Crisantos„

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Crisantos

There are many cigars rollers in Cuba,bCueto who works at La Triada in La Cabana,  Yolanda who works at La Casa del Habano Hotel Melia Habana,  Milagro who works at La Casa del Habano Hotel Nacional, Juanita who works at La Casa del Habano Hotel Melia Cohiba.

Many of us have smoked their cigars and appreciated by different features. Each of us has his favorite Torcedor.

Today I want to talk about Crisantos Cardenas Miranda, master Torcedor at La Casa del Tabaco “La Escogida” at the Hotel Comodoro in Havana. Reading the reviews of Matteo Speranza, Italian-Canadian character known expert on Cuban cigars, I had the curiosity to go to learn about Crisantos.

So I went to Miramar, more precisely, to the shopping center Comodoro. The workplace of Crisantos is located just a hundred meters from the shopping center.

Arrived in front of La Casa del Tabaco, I notice a sculpture portraying a witty alligator sitting at desk working Torcedor. We’re doing well, I think, we hope does not reflect the mood of Crisantos.

Later I find  on my left the real work bench Crisantos, who was intent to work. I asked a cigar. Crisantos  gave me a Canonazo did the day before. I sit on the chair in front of the Crisantos desk and I begin to smoke.

My gaze wanders the shop. In addition to the Habanos, sell coffee and rum.
Crisantos is quite a character. A black big bald man big. His cigars are hard to the touch, full of tobacco. You can feel the heaviness keeping them in the middle of the palm of your hand.

We begin to talk about puros, of course, always tantalizing experience when the other part is a personality like that. Not for nothing, on his business card is written Mastro Torcedor.

I note with pleasure that during working, Crisantos smokes a Canonazo. Works  smokes and talks to me. It ‘s a show to see him at work. Deftly handling the tobacco leaves while holding a cigar between his lips. He tells me about his past to the factory, where he worked together with other torcedores already become famous.

He asks me if Canonazo smokes well. I say yes with my head. Words are not necessary in this case. We continue to talk and smoke with quiet, broken only by the entry of some customers, Russian or Japanese.

I study while he  is  talking with the client and understand that it is wasted. Crisantos is not a seller, but is an artist. You should not let a talent like him, a maker of delicious puros, to sell anything. If then the client ask him a petaca Guantanamera, then you fall into blasphemy.

I see him moving slowly, trying to hide his discomfort. He must make, to create. Its natural habitat is the bank of Torcedor. Out does not make sense!

The customer goes away and Crisantos  drops with a sigh on the chair next to mine. We continue to talk. Or rather, he speaks, I listen.

Time goes by fast. I finished the Canonazo. Crisantos asks me if I want another cigar. I think for a moment. But yeah, what the heck! This time I choose a corona.

I light the cigar and well-known that the corona is even tastier than Canonazo. I am amazed that I can still feel the taste of tobacco. A few times I smoked a cigar after another. Things I can do in Cuba only. If I tried in other place, I would risk immediate hospatilization.

It’s six o’clock in the afternoon. Crisantos is preparing to go home. He tells me that I can stay quietly to smoke. La tienda closes at nine in the evening.

With a broad smile he shakes my hand and greeted me, saying to come back when I want.

To keep me company remains Andrew, a collegue of Crisantos. He is not a Torcedor, but an expert smoker. Another chat. In contrast to Crisantos, Andrew speaks English. This allows me to be more interactive.

Even the corona ends. I look at the clock. There has been almost nine o’clock. I pay my cigars to Andrew and I greet him, telling that I would be back soon.

The following afternoon I was there, at La Casa del Tabaco “La Escogida” smoking a cigar and wait for what was to come a little later.

Following, Italian version.

Di torcedores famosi a Cuba ce ne sono molti, da Cueto della tienda Triada a La Cabana, a Yolanda de La Casa del Habano dell’hotel Melia Habana, a Milagro de La Casa del Habano dell’hotel Nacional, a Juanita de La Casa del Habano dell’hotel Melia Cohiba.

Molti di noi hanno fumato ed apprezzato i loro sigari dalle diverse caratteristiche. Ognuno di noi ha il suo torcedor preferito.

Oggi voglio parlare di Crisantos Cardenas Miranda, maestro torcedor de La Casa del Tabaco “La Escogida”, presso l’hotel Comodoro di La Habana. Leggendo le recensioni di Matteo Speranza, noto personaggio italo canadese esperto di sigari cubani, mi è venuta la curiosità di andare a conoscere Crisantos.

Cosi mi sono recato a Miramar, più precisamente, al centro commerciale Comodoro.  Il posto di lavoro di Crisantos si trova giusto a cento metri dal centro commerciale.

Arrivato di fronte a La Casa del Tabaco, noto una scultura spiritosa che ritrae un alligatore seduto al banco di lavoro del torcedor . Andiamo bene, penso, speriamo non rispecchi l’animo di Crisantos.

Entro e mi trovo alla mia sinistra il vero banco di lavoro di Crisantos, con lui intento a lavorare. Mi presento. Subito mi faccio consigliare un sigaro da fumare. Un canonazo fatto il giorno prima. Mi accomodo sulla poltrona di fronte al tavolo da lavoro e do inizio alla fumata.

Il mio sguardo vaga per la tienda. Oltre agli Habanos,  vendono caffè e ron.

Crisantos è un bel personaggio. Un uomo di colore grande, grosso e calvo. I suoi sigari rimangono duri al tatto, pieni di tabacco. Si può sentire la pesantezza tenendoli in mezzo al palmo della mano.

Iniziamo a parlare di puros, naturalmente, esperienza sempre stuzzicante quando l’interlocutore è una personalità del genere. Non per niente, sul suo biglietto da visita c’è scritto Mastro Torcedor.

Noto con piacere che, mentre lavora, Crisantos fuma un canonazo. Lavora, fuma e parla con me. E’ uno spettacolo vederlo all’opera. Con destrezza, maneggia le foglie di tabacco mentre tra le labbra tiene un sigaro.  Mi racconta i suoi trascorsi alla fabbrica, dove lavorava insieme ad altri torcedores divenuti ormai famosi.

Mi chiede se il canonazo fuma bene. Faccio di si con la testa. Le parole non servono in questo caso. Continuiamo a parlare ed a fumare con tranquillità, rotta solamente dall’entrata di qualche cliente, russo o giapponese.

Lo studio mentre parla col cliente e capisco che è sprecato. Crisantos non è un venditore, ma è un artista. Non si deve permettere ad un talento come lui, ad un creatore di puros prelibati, di vendere qualsiasi cosa. Se poi gli si chiede una petaca di Guantanamera, allora si cade nella bestemmia. Lo vedo muoversi lentamente, cercando di nascondere il suo malessere. Lui deve fare, creare. Il suo habitat naturale è il banco del torcedor. Fuori non ha senso!

Il cliente va via e Crisantos si lascia cadere con un sospiro sulla poltrona di fianco alla mia. Riprendiamo a parlare. O meglio, lui parla, io ascolto.

Il tempo passa veloce. Ho finito il canonazo. Crisantos mi chiede se voglio un altro sigaro. Ci penso un attimo. Ma si, che diamine! Stavolta provo un corona.

Accendo il puro e noto che il corona è ancora più buono del canonazo. Mi stupisco che riesco a sentire ancora il sapore del tabacco.  Poche volte ho fumato un sigaro dietro l’altro. Cose che riesco a fare solamente a Cuba. Se provassi altrove, rischierei il ricovero immediato.

Fumando fumando si fanno le sei del pomeriggio. Crisantos si prepara ad andare a casa. Mi dice che posso rimanere tranquillamente a fumare. La tienda chiude alle nove di sera.

Con un largo sorriso mi stringe la mano e mi saluta, dicendo di tornare quando voglio.

A farmi compagnia rimane Andrew addetto alla vendita. Non è un torcedor, ma un esperto fumatore. Altra chiacchierata. Al contrario di Crisantos, Andrew parla inglese oltre la lingua madre. Ciò mi permette di essere più interattivo.

Anche il corona termina. Guardo l’orologio. Si sono fatte quasi le nove. Pago i miei sigari ad Andrew e lo saluto, dicendogli che sarei tornato presto.

Il pomeriggio seguente ero li, a La Casa del Tabaco “La Escogida”, a fumare habanos e ad aspettare ciò che sarebbe successo da li a poco.

-Massimo Busciolano-

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